Giro Cicloturistico del Périgord (Francia)
5-17 Agosto 2008



Km. Km/h.
5 agosto
Le Monêtier-les-Bains (1500 m.)
6,5 10,6
6 agosto Le Monêtier-les-Bains - col du Galibier (2642 m.) - Le Monêtier-les-Bains
45,5
12,8
8 agosto Terrasson - St. Julienne s. Dordogne       
73,0
13,6
9 agosto S. Julienne - Sarlat la Caneda
26,7 11,8

Giretto serale 2,1
9,2
10 agosto Sarlat - La Roque Gageac
27,8
12,0

Giretto serale 7,4
14,4
11 agosto La Roque Gageac - Cadouin
41,6 12,5
12 agosto Cadouin - Bergerac (29 m.)
46,1
13,0

Giretto serale 3,6
12,1
13 agosto Bergerac - Limeuil
49,3
13,9
14 agosto Limeuil - Les Eyzies
27,9
12,0
15 agosto Les Eyzies - Montignac
43,1
12,1
16 agosto Montignac - Terrasson
26,8
12,4

Totale
427,4




Diario del Giro Cicloturistico del Périgord – Francia (5 – 17 Agosto 2008)

Partecipanti: Eliseo, Romano, Lori

5/08    Milano – Cisliano – Monetier les Bains  km. (Xxx in auto) +  km. 6.5 [10.6 km/h – 36' in sella]
   
Si parte (da Cisliano) alle 11.30 sulla macchina di Romano notevolmente stipata di bagaglio e bici. Ci si ferma, per il pranzo, nell’area di servizio di Bosco Val Susa alle 13.30. Naturalmente il pranzo è in perfetto stile Ciclaspis: panini e vino seduti su di un muretto all’ombra di un casotto di servizio.
Alle 16.00 arriviamo a Briançon dove visitiamo la bellissima città fortificata sotto un cielo terso ed un sole fortissimo.
Arriviamo a Monetier alle 17.00 dove piantiamo le tende in un campeggino municipale carinissimo con vista stupenda sulle Alpi – e dei servizi molto puliti e ben tenuti. La cena la consumiamo in paese, dopo un piccolo giretto turistico per apprezzarne i suoi angoli caratteristici molto ben tenuti, in un ristorantino con tavolini all’aperto di fronte ad una piazzetta carina con fontana gorgogliante. Va detto che moltissimi angolini caratteristici di Monetier hanno la loro bella fontana con acqua freschissima ed ottima. 

Prime pedalate dell’avventura per andare e tornare dal campeggio e giretto del paese. La giornata si conclude alle 21.30 dopo un tramonto splendido buon presagio per il giorno successivo.


6/08    Monetier – col du Galibier – Monetier km.  45.5 [12.8 km/h – 3h 32' in sella]

Il risveglio ci riserva un cielo coperto ma non minaccioso che però ha il vantaggio di lasciarci fare la faticata senza il solleone micidiale di ieri che ci avrebbe abbrustoliti non poco.
Affrontiamo la salita alle 9.00 con un panorama grandioso, ma anche il traffico non scherza e la quantità di gas di scarico respirata non è compensata dall’aria pura della montagna. In un’ora e venti ci facciamo il col de Lautaret a 2100 m., per la cronaca siamo partiti dai 1500 di Monetier. Dopo le foto di rito affrontiamo il Galibier e ce lo sciroppiamo anch’esso in un’ora e venti, arrivando alla rispettabile – per tre "fossili" -  altitudine di 2654 m. Durante la salita si deve annoverare la "castroneria" di Romano che, maldestro con il cambio, lo ha infilato nei raggi riuscendo, quasi, a distruggerlo, ma con un po' di buona volontà si riesce a sistemarlo e riesce a concludere la salita, anche se con una serie di rapporti limitata e quasi da discesa…..ma lui è la "Mula"!
Il passo è costituito da una galleria interdetta alle bici e per arrivare alla cima si deve affrontare un chilometro di rampe al 10-12%, che viene fatto condito da moccoli e improperi non adatti ad essere messi nero su bianco. In cima gran casino, macchine e camper intasano il piccolo parcheggio soffocando lo spazio agli intrepidi ciclisti, ma gran festa con abbracci tra gli "eroi".
Discesa stupenda e veloce, si superano facilmente i 70 km/h.
Panini, vino ed un sacco di risate…………… al Col du Lautaret, dove ci sfamiamo presso la Fromagerie du Lautaret.
Discesa su strada di campagna molto carina – evitando così lo stradone trafficato del mattino – attraversando due frazioni molto carine di Le Lauzet e Le Casset.
Al campeggio doccia ristoratrice della fatica ma anche della soddisfazione e pomatina per il soprassella. Quindi il riposo dei giusti fino all’ora di cena che viene consumata sulle sponde di un tranquillo specchio d’acqua che si trova poco fuori il campeggio, quindi in uno scenario travolgente.


7/08    Trasferimento in auto dalle Alpi al Périgord  (km. 500)

Sveglia alle 07.00 e partenza alle 09.30: non c’è male! Tutto il giorno in macchina macinando km. su km. Per sera troviamo un campeggio fantastico a Terrasson sul fiume Vézère da dove inizierà la nostra cavalcata nel Périgord.
Cena allo snack del campeggio e poi nanna, dopo aver assaggiato un Calvados offerto dalla gerente del campeggio che ci ha assicurato che lo producono i suoi parenti in Normandia. Veramente eccezionale, ma purtroppo non ne ha da vendere.


8/08    Terrasson – St. Julienne s. Dordogne km. 73 [13.6 km./h - 5h 21' in sella]

Inizia a piovere alle 5.30 e alle 7 ci svegliamo bagnati, ed  il maltempo  ci accompagna con piovaschi e sole fino alle 14. Ciò vuol dire, soprattutto, mettere via la tenda bagnata con le seccature relative. Il percorso è meraviglioso: si attraversa il Périgord Nero toccando paesini incantevoli. In tarda mattinata arriviamo a visitare St. Amande che ha una chiesa del 1200 ed il borgo ha un aspetto medievale anche nell’aria. Affrontiamo poi un percorso di un su e giù in mezzo a boschi e borghi stupendi conditi da castelletti e chiesette che ti trasportano in un’atmosfera d’altri tempi che in bici senti molto intensa. Finalmente dopo sudate e maledizioni varie le salite finiscono e ci facciamo una ventina di chilometri di discesa fino a Soulliac dove c’è un’abbazia meravigliosa.

Alle 19 cominciamo a cercare il campeggio che troviamo solo alle 20.30 dopo una pedalata stupenda lungo la Dordogne che abbiamo apprezzato anche se stanchi ed incazzati perché il primo campeggio che abbiamo trovato era chiuso (si può tenere chiuso un campeggio in agosto?) e quello dove ci siamo fermati era un bel po' lontano da Souillac (in seguito abbiamo scoperto, ripassandoci in macchina al ritorno, che sulla strada principale ce ne erano due o tre, ma il Ciclaspis cerca le "stradette astute"!). Ceniamo allo snack del campeggio a fianco e poi nanna alle 22.30.


9/08    S. Julienne – Sarlat la Caneda km. 26.7 [11.8 km/h – 2h 16' in sella]
           +  Giretto serale:    km.  2.1 km  [9.2 km/h - 14' in sella]
           
Sveglia sotto un bel nebbione che si dilegua per quando partiamo e la giornata si preannuncia con un bel sole e cielo pulito. Ci fermiamo quasi subito perché a St. Julienne capitiamo in una caratteristica piazza francese: bella chiesa, alberone ombroso, caffetteria, panetteria/pasticceria, e quindi non possiamo esimerci dal caffè con croissant tranquillamente seduti ad un tavolino. Riprendiamo il percorso sulle colline che cingono la Dordogne per arrivare a mezzogiorno nei pressi di un giardino d'acqua che Lori visita da sola e all’uscita ci assicura che le fioriture meritavano la fatica……. Pranziamo su una panchina sotto un melo e rischiamo di sperimentare la riscoperta della legge di gravità, ma quando ce ne andiamo abbiamo le borse piene di meline molto succose e dolci. Vuoi per le varie soste per ammirare splendidi panorami, vuoi per visitare borghi e castelli incantevoli, vuoi per gli stressanti su e giù del percorso e non da ultimo per un grave incidente al cambio di Romano, la tappa odierna si conclude dopo soli 26 km. Ma questa tappa va annoverata come esempio di sfiga più nera e di fondello più sfacciato perché la Mula si è fatto a piedi non pochi chilometri a causa della definitiva rottura del cambio, per fortuna c'era una buona dose di discesa che ci ha portati alla periferia di Sarlat dove, in un grosso centro commerciale, siamo riusciti a trovare un cambio nuovo. E qui i maligni potrebbero insinuare che i coniugi Grassi si sono portati il meccanico di fiducia appresso per ovviare al loro maldestro uso del mezzo meccanico, ma la fortuna aiuta gli audaci e così la Mula può ancora pedalare con noi seppur con qualche rapporto in meno. Nonostante tutto ciò oggi troviamo il campeggio in tempi normali e questo ci permette di lavarci e di tornare in tenuta da sera ad ammirare la Cittadella medievale di Sarlat. Le parole non sono sufficienti ad illustrare questa meraviglia quindi rimando questo compito alle foto. Troviamo anche un ristorantino carino  dove si mangia bene ad un prezzo onorevole. Peccato che per tornare al campeggio c’è un chilometro di salita tosta, ma almeno è servita a digerire la cena prima di andare a letto.


10/08    Sarlat – La Roque Gageac km. 27.8 [12 km/h – 2h 19' in sella]
             +  Giretto serale:     km. 7.4 km [14.4 km/h – 31' in sella]

Stamani giriamo la Cittadella medievale in bici perché, data l’ora, è quasi deserta e ne ricaviamo un’immagine ancor più stupenda. Usciti da Sarlat percorriamo una piacevole strada in discesa che ci porta ad attraversare la Dordogne e poi a salire, sotto fronde ombrose fino a Domme, altra stupenda cittadella fortificata in cima ad un colle che domina un’ansa del fiume. Anche qui rimando alle foto. Il pomeriggio, sotto un sole cocente, ci porta a La Roque Gageac, borgo che si arrocca su delle rocce che dominano la Dordogne, sulla quale navighiamo per un’oretta, a bordo una Gabarre (caratteristico barcone di fiume) ammirando paesaggi incantevoli. Poco fuori Roque Gageac ci accampiamo in riva al fiume e prima di cena bagno nella Dordogne e anche nella piscina del campeggio. Per gustare un’ottima cenetta perigordiana ci sorbiamo 4 chilometri in bici tra dolci colline, bei castelli ed un volo di mongolfiere. La giornata si conclude con i fuochi d’artificio sul fiume.


11/08    La Roque Gageac – Cadouin  km. 41.6 km [12.5 km/h – 3h 20' in sella]

La giornata inizia con lo smontaggio del campo sotto un diluvio incessante e finisce con il montaggio dello stesso sempre sotto la pioggia ma il suo svolgersi è stato quanto di meglio offre il Perigord e la Francia. Abbiamo iniziato con il visitare il castello ed i giardini di Marqueyssac che oltre alle sue meraviglie offre un panorama stupendo sulle colline della Dordogne, il tutto conquistato lungo una salita con pendenze assurde e tornantini strettissimi sia in larghezza che in lunghezza (è, in effetti, un percorso per carrozzine), ma la fatica ci è stata ampiamente ripagata. Quindi abbiamo pedalato prima su una riva e poi l’altra della Dordogne attraversando borghi incantevoli e paesaggi verdissimi. Nel pomeriggio siamo giunti ad Urval dove abbiamo visitato una chiesa ed un forno pubblico medievali. Il forno è tuttora usato dalla popolazione del luogo in alcuni giorni specifici dell’anno per cuocervi il proprio pane. Pedalando lungo un percorso meraviglioso, ancorché in salita, (un passettino mica male!) attraverso il Périgord Nero, arriviamo a Cadouin sede di un'abbazia del 1115 con un chiostro stupendo, dove ci siamo lasciati tentare da quanto offriva una bella festa di paese: cozze in umido, insalata di prosciutto d'oca, petto d'anatra alla piastra e fiumi di vino. Conquistiamo il campeggio - naturalmente in salita -, la doccia ed un meritato riposo, tanto per cambiare sotto la pioggia. Dal campeggio si ode la festa che continua con musica e schiamazzi ma ci si addormenta senza problemi.


12/08    Cadouin – Bergerac km.  46,1 km [13 km/h – 3h 23' in sella]
             + Giretto serale: km. 3.6 [12.1 km/h –   33' in sella]

Ci svegliamo che non piove ma la giornata non si preannuncia bella. Ci godiamo anche stamani la piazza di Cadouin ma senza il casino della festa, poi ci infiliamo in un percorso verdissimo e tranquillo, in leggera discesa fino alla Dordogne che attraversiamo per fare la spesa e gettare un’occhio a Lalinde che è una graziosa cittadina sulla riva destra. Dal ponte sul fiume possiamo ammirare due stormi di cigni – uno da una parte e l’altro dall’altra – e tutti e tre siamo sicuri di non averne mai visti così tanti. Torniamo sulla riva sinistra dove affrontiamo un bel percorso con la Dordogne in lontananza e traffico praticamente nullo: il tipico percorso da Ciclaspis. Sul mezzogiorno troviamo un roveto con delle more incredibili, terminiamo la raccolta giusto in tempo per evitare lo scroscio di pioggia che ci costringe a pranzare in un box in costruzione, ma lo spirito del Ciclaspis sa adattarsi anche a queste condizioni. Il luogo, pur offrendo solo un tetto, è stato altresì propizio per il caffè e la pennichella, giusto per attendere la fine dell’acquazzone.
Arriviamo a Bergerac, sempre costeggiando il fiume, alle 16 e possiamo così goderci la visita della città vecchia in parte a piedi in parte in bici con tutta calma. La cittadella è caratterizzata da belle case con i muri a graticcio e angoli dove non si fatica a sentirsi nel medioevo. Montiamo la tenda nel campeggio municipale in riva alla Dordogna – tanto per cambiare – e per la cena si torna in paese dove ci accomodiamo in un locale della città vecchia che poi ci giriamo con calma in bici senza il bailamme del pomeriggio e ci capita anche di vedere delle danze celtiche improvvisate accompagnate dal suono della gironda e da cornamuse.


13/08    Bergerac – Limeuil km. 49.3 [13.9 km/h – 3h 33' in sella]
          
Sveglia sotto un cielo quasi sereno, ma la giornata si rivelerà splendida. Al risveglio veniamo a sapere che di notte hanno rubato 5 biciclette a dei nostri vicini di tenda, meno male che le nostre non hanno un aspetto appetitoso e la Nelly aveva su il bagaglio, ancorché un rudimentale sistema d’allarme: un elastico attaccato alla ruota e alla tenda, sennò non riesco ad immaginare……Usciti da Bergerac ci infiliamo in strade secondarie (ma anche terziarie) che hanno il pregio del poco traffico ma, soprattutto, del paesaggio meraviglioso. Fino ad oggi, come paesaggio, è stata la tappa più bella: dolci colline boschetti ombrosi, filari di viti, coltivazione di fragole e lamponi e, ciliegina sulla torta, a mezzogiorno giungiamo al belvedere di Tremolat dal quale si domina un’enorme ansa della Dordogne ed un panorama mozzafiato. L’unico neo è dovuto al fatto che il pasto è stato frugale e senza vino dato che, al momento opportuno, non abbiamo trovato un negozio per la spesa. Dopo un giusto  pisolino ci lanciamo in discesa per giungere al paese di Tremolat che si merita, più che onorevolmente, l’appellativo di Uno Dei Più Bei Borghi Di Francia – è un’associazione che comprende 152 borghi in Francia  e noi possiamo dire di averne visitati ben 6. Anche in questo caso la descrizione la lascio alle foto. Per giungere a Limeuil ci tocca un altro passettino (roba di 3 o 4 km con pendenze non proibitive ma anche questi, tra il caldo ed il bagaglio, pesano), ma l’arrivo in questo borgo posto alla confluenza della Vézère con la Dordogne è talmente bello che la fatica è subito dimenticata. Ci accampiamo sulla riva opposta della Dordogna e piantiamo la tenda con la vista sui fiumi e di Limeuil  che ci si specchia. La cena la consumiamo al campeggio che offre piatti piacevoli a prezzi ragionevoli ed in un ambiente molto gradevole. Purtroppo il clima della cena risulta teso a causa di differenze di vedute sugli orari ed il giusto riposo. Quattro chiacchiere tra amici con lo spettacolo dei due fiumi e del borgo nella luce incantevole della sera, con la luna che fa capolino dalle nuvole, concludono la giornata mettendo gli animi in pace.


14/08    Limeuil – Les Eyzies km. 27.9 [12 km/h – 2h 19' in sella]

Questa mattina ci godiamo la visita di quella meraviglia che è Limeuil ed iniziamo da una  "boulangerie"  quasi storica che è una favola: scaffali antichi in legno pieni di baguette e filoni francesi, forno caldo e file di baguette appena sfornate e quasi nient’altro, qui si vende praticamente solo pane! Il borgo è un incanto, arroccato su di uno sperone che domina la confluenza dei due fiumi. Ci dirigiamo quindi verso St. Cirq dove visitiamo delle grotte paleolitiche con delle fantastiche incisioni di animali e di una figura umana (caso abbastanza raro) che, a detta degli studiosi, rappresenta uno sciamano. Poi visitiamo la grotta di Grand Roc che ha delle concrezioni stupende e stranissime. Per un curioso principio di pressioni idrauliche sono ritorte su se stesse, alcune a formare dei semicerchi.
Arriviamo a Les Eyzies dove visitiamo il museo della preistoria che ha moltissimi reperti e dei bei filmati su attività umane dei cavernicoli. Montiamo la tenda in un campeggio carino, con annesso hotel e ristorante, che è nel parco di un’antica villa patrizia. Ottima cena nel ristorante e poi giretto serale in paese dove, io e Romano, assistiamo ad uno spettacolo di fuochi d’artificio e mettendo in pratica le "buone usanze" del Ciclaspis riusciamo anche a farci vari dolcetti e ottimo vino "lasciati" sui tavoli della festa del paese, da avventori "distratti". Questa ci comporta, però, una ritirata molto tarda dopo la mezzanotte: non proprio da "buoni ciclisti".


15/08    Les Eyzies – Montignac  km.  43.1 [12.1 km/h – 3h 33' in sella]

Tanto per cambiare ci alziamo sotto la pioggia, ed io mi alzo scoprendo che il paletto anteriore della tenda ha ceduto. Meno male che me ne accorgo prima che inizi a piovere. Mentre Lori si visita una mostra sui riti di sepoltura dei neanderthaliani io e Romano riusciamo finalmente a prenotare un pollo arrosto per il pranzo. Io trovo anche una copia del Times dove scopro, con alcuni giorni di ritardo, dell’ennesima crisi Russia/Stati Uniti. Che brutto mondo!!
Il percorso odierno è meraviglioso, come quasi tutti quelli nel Perigord: boschi ombrosi, dolci colline con vigneti, paesini incantevoli adagiati sulla Vézère. A mezzogiorno arriviamo sotto la Roque St. Christophe. Una falesia lunga 900 m. ed alta 80 che domina la Vézère ed è stata usata, fin dai tempi preistorici, come rifugio ed abitazione per le sue cavità naturali. Nel pomeriggio capitiamo a St. Leon sur Vézère, che è un altro dei borghi più belli di Francia e ne ha ben donde. Ce lo giriamo con calma gustando scorci ed angoli unici. A sera giungiamo a Montignac dove, dopo aver piantato a tempo di record le tende ed esserci fatti una cronoscalata di 3 km., visitiamo, con il cuore in gola che lancia grida di allarme – non abbiamo 20 anni – la grotta di Lescaux II che è una copia dell'originale, non più accessibile a causa dello stato dei suoi affreschi rovinati dalla troppa affluenza umana, dove vi sono degli affreschi ricopiati tali e quali all’originale ed usando le stesse tecniche dei Cro-Magnon. Pitture di notevole fattura seppur di 20.000 anni fa.
A sera ottima cena in un ristorante sulla Vézère dove abbiamo festeggiato il compleanno di Lori, che ha avuto un regalo gradito ed inaspettato:  uno spettacolo di fuochi d’artificio proprio sulla sponda di fronte a dove eravamo seduti. I fuochi sono stati molto belli ed originali, ma il fatto di essere in riva al fiume ha creato una suggestione particolare accentuata dalla luna piena che splendeva proprio dietro i fuochi Una cosa veramente unica e irripetibile. Grande applauso finale e naturalmente ritirata tarda.


16/08    Montignac – Terrasson km. 26.8 km [12.4 km/h – 2h 10' in sella]

Sveglia nella nebbia, ma almeno non piove. Prima di lasciare Montignac, andiamo a visitare Lescaux Revelé che è il laboratorio dove stanno ricostruendo la grotta di Lescaux, ma come modello trasportabile per mostre itineranti. Poi infiliamo la solita “stradetta astuta” stile Ciclaspis con su e giù in mezzo a  boschi e splendide viste del fiume. A mezzogiorno ci fermiamo a Condat sur Vézère dove pranziamo, con l’ottimo pollo arrosto, su di un tavolo con panchine davanti ad una scenografia meravigliosa: cascatelle di tre torrentelli che si gettano nella Vézère, palazzi, chiesa, stradine incantevoli. È dura lasciare questi posti ma è proprio dall’incrocio di questo paese con la strada che porta a Terrasson che è iniziato il nostro viaggio ed è qui che termina dopo una visita a Terrasson ed ai suoi Giardini dell’Immaginario, che sono una creazione tra l’artificio, il naturale e l’esoterico.
Infine torniamo al campeggio dove carichiamo tutto il nostro armamentario sulla macchina e partiamo per avvicinarci a Rocamadour. Troviamo un campeggio in mezzo ai bricchi dove passiamo l’ultima notte in tenda, ma prima ci godiamo l’ultimo spettacolo che ci offre questa fantastica avventura: un'eclissi di luna piena e varie stelle cadenti.


17/08    Visita a Rocamadour        

Tanto per cambiare di notte ha piovuto due volte ed al mattino ci svegliamo sotto un cielo bigio. Dopo colazione ci dirigiamo, in macchina, verso Rocamadour, ma prima visitiamo la Grotta delle Meraviglie nella quale vediamo delle pitture fatte dai Cro-Magnon 20.000 anni fa. Usciti dalle grotta ci godiamo – senza Lori che si è sacrificata a non entrare non avendo abbastanza moneta per tre – la vista di Rocamadour dagli spalti del castello. E’ una visione dall’alto di notevole effetto dato che il castello è a strapiombo sul paese.
Dopo pranzo visitiamo il borgo, che è classificato come Secondo Sito di Francia, (come numero di visitatori, il primo è Mont St. Michel) e si deve concordare che detta fama è ben meritata. Il guaio è che a causa di ciò è strapieno di turisti, anche in considerazione che è domenica, ma, comunque riusciamo a gustarcelo lo stesso e anche qui le foto diranno più di quel che posso scrivere io. Troviamo anche un negozio che vende dei formaggi da sballo, soprattutto nel prezzo: 46 Euro/kg., ma un piccolo assaggio non si può fare a meno di portarlo a casa.
Per evitare un lunghissimo percorso autostradale percorriamo un piacevole itinerario godendoci le ultime bellezze di questo giro, seppur viste dai finestrini dell’auto, che fanno da coronamento ad una vacanza splendida.
Un po’ meno belli i 950 km fatti in un’unica tirata (salvo sosta cena) per giungere a Cisliano alle 5 del mattino, dove andiamo tutti a dormire stravolti, ma alle 8.30 siamo in piedi per salutarci, abbracciarci e augurarci future pedalate comunitarie.